Fase 9.
Qual è il disegno delle continuità naturali della REL?
L’individuazione delle continuità naturali rappresenta l’ultimo passaggio nella definizione del disegno locale della REM. È da tenere a mente che nel disegno della REM se il contatto fisico è il presupposto per connessioni “forti” non di meno un ruolo lo svolgono anche i frammenti isolati (stepping stones) che seppur in modo più debole contribuiscono alla continuità ecologica delle formazioni naturali fornendo un potenziale punto d’appoggio per i movimenti di molte specie.
Lo scopo fondamentale di questo passaggio è da un lato quello di verificare le continuità evidenziate a livello regionale alla scala del progetto, dall’altro di far emergere, grazie al maggior dettaglio del tessuto ecologico, nuove connessioni, anche di minor importanza, in grado comunque di chiarire le reali relazioni spaziali e funzionali tra i diversi elementi della rete. Anche in questo caso, come per i nodi, si tratta quindi di aggiungere al disegno originario della REM, verificato sulla base dei nuovi dati disponibili, gli elementi che emergono dalla lettura a scala più fine del territorio.
Anche in questo caso è stato predisposto un template in shapefile nel quali debbono confluire tutte gli elementi che andranno a comporre il sistema delle continuità naturali della REL in modo da garantire, per una maggior facilità nella sua successiva distribuzione agli utenti finali, l’omogeneità del disegno. Allo shape, denominato REL_Sistema_continuità, è allegato un file pdf con la sua descrizione e le indicazioni per l’inserimento dei dati.
La definizione delle continuità naturali è il passaggio più complesso dell’intero percorso di definizione della REL e presuppone l’utilizzo di un software GIS. La REM considera ancora sufficientemente collegate, da un punto di vista ecologico, aree naturali che distano tra di loro non più di 100 m e questa soglia deve essere usata anche per la REL per cui è necessario creare dei poligoni che comprendano al loro interno tutte le aree distanti tra di loro meno di questo valore. A questo scopo il percorso da seguire è il seguente:
1. Selezionare le aree che vanno a costituire il sistema delle continuità naturali.
Le continuità naturali della REM sono formate da tutte le aree con vegetazione naturale per cui il primo passaggio è selezionare dal file REL_Unità_ecosistemiche tutte le UE ricadenti nella categoria “Naturale”;
2. Individuare i poligoni delle continuità naturali
Come già detto la REM considera appartenenti allo stesso elemento di continuità tutte le UE naturali che distano non più di 100 m l’una dall’altra. Per poter individuare queste aree bisogna utilizzare la funzione buffer presente in ogni software GIS. Attraverso di essa è possibile disegnare un poligono i cui limiti si trovano ad una distanza costante, definita dall’utente, dal perimetro del poligono originario. Impostando il valore a 50 m i buffer di due aree distanti meno di 100 m (50m+50m) entreranno in contatto e settando l’opzione fondi buffer, automaticamente essi confluiranno in un unico poligono. In questo modo tutte le aree che distano meno della soglia impostata saranno ricomprese in un’unica unità cartografica.


3. Selezione delle continuità già individuate dalla REM
Le continuità naturali individuate nell’ambito della REL dovranno sostituire quella REM. Questa sostituzione non può però tradursi in un completo stravolgimento del disegno regionale ma piuttosto in un suo aggiornamento ad una scala di maggior dettaglio che può quindi comportare da un lato una revisione dei limiti degli elementi esistenti e dall’altro l’aggiunta di nuovi.
Per questa ragione nella valutazione del nuovo disegno emerso dall’analisi di cui al punto precedente il primo passaggio è quello di selezionare i sistemi di connessione, sia di interesse regionale che locale, già presenti nella REM. La nuova versione dei sistemi di connessione dovrà essere inseriti nello shape REL_Sistemi_continuità riportando la tipologia e il nome già definito nella REM (nel caso non sia già assegnato un nome lo si può fare in questa fase). Nel caso il nuovo disegno abbia determinato l’accorpamento di un sistema di interesse locale con uno regionale il primo ovviamente non comparirà più nella REL. Nel caso invece un sistema di connessione, sia d’interesse regionale che locale, dovesse risultare unità al Sistema Dorsale appenninica si dovrà procedere alla loro separazione utilizzando il limite di quest’ultima così come definito dalla REM.
4. Individuazione di nuovi sistemi di connessione non individuati dalla REM
A questo punto tutti gli elementi rimasti sono o stepping stones della REM o nuove aree. Nella definizione del sistema delle connessioni della REL bisogna ora procedere all’individuazione di eventuali nuovi sistemi di connessione d’interesse locale. Si tratta di Sistemi minori che interessano porzioni limitate di territorio e non sono collegati con il sistema principale e che si ritiene svolgano una funzione ecologica significativa per l’area in cui sono inseriti. I poligoni che si pensa debbano essere considerati connessioni d’interesse locale per la REL vanno trasferiti nello shape REL_Sistemi_continuità.
5. Individuazione delle stepping stones
Al termine del passaggio precedente rimarranno ancora non classificate solo aree per lo più di piccole dimensioni ed isolate rispetto ai sistemi di connessione. Esse dovranno essere inserite nello shape REL_Sistemi_continuità e classificate come stepping stone senza attribuire ad esse un nome.
Al termine del percorso descritto lo shape REL_Sistemi_continuità conterrà il nuovo sistema delle continuità naturali che potrà contenere le seguenti tipologie di elementi:
· Sistema Dorsale appenninica
· Sistemi di connessione d’interesse regionale
· Sistemi di connessione d’interesse locale
· Stepping stones
Il disegno delle continuità è completato dalle Aree di connessione sensibili e dai Tratti fluviali in ambito urbano. Per quanto riguarda i primi è possibile riportare semplicemente quelle della REM mentre per i secondi si può valutare se è opportuno inserirne di nuovi.
Un ulteriore raffinamento del disegno del Sistema delle connessioni naturali è possibile se si ha a disposizione la distribuzione degli elementi lineari (filari alberati e siepi) nelle aree agricole e se non sono già stati considerati nella carta delle UE.
A questo scopo si può procedere come sopra creando un buffer di 50 m intorno agli elementi e valutando quindi come entrano in relazione con le aree definite in precedenza. È evidente che la funzione di collegamento ecologico che essi possono svolgere è da considerarsi in generale più debole, per il loro spessore modesto, di quella attribuibile ai poligoni delle UE ma non per questo trascurabile. In particolare possono contribuire a ridurre l’isolamento delle stepping stones per cui si ritiene utile introdurre un’ulteriore articolazione che distingua tra queste ultime quelle che tramite elementi lineari sono collegate ad un sistema di connessione da quelle del tutto isolate. La seguente tabella elenca i possibili rapporti spaziali tra elementi lineari ed elementi del sistema di connessione e definisce come ne cambi la tipologia.

Al termine di questa analisi entreranno a far parte del Sistema delle continuità naturali gli Elementi lineari, articolati in regionale, locale e non collegato, mentre le stepping stones saranno distinte in
· Stepping stone collegata regionale
· Stepping stone collegata locale
· Stepping stone non collegata
I poligoni delle continuità definite da elementi lineari dovranno essere inserimento nello shape REL_Sistemi_continuità riportando la relativa tipologia mentre per le stepping stones si dovrà semplicemente aggiornare la tipologia.