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26/09/2001

UNA PROPOSTA DI LEGGE PER UN NUOVO BILANCIO REGIONALE

Dal bilancio per capitoli a quello per aggregati. L’obiettivo è rendere il documento contabile della Regione più leggibile e facilmente gestibile. Una semplificazione imposta dal decreto legislativo 76/2000 che ha definito i nuovi principi a cui “ancorare” la contabilità regionale, separando le funzioni e le responsabilità tra potere politico e potere gestionale. Su proposta dell’assessore Marcello Secchiaroli, la Giunta regionale ha presentato al Consiglio – per essere approvata dall’Assemblea – la proposta di legge: “Programmazione finanziaria, formazione, struttura e gestione del bilancio”. Attraverso il recepimento del decreto legislativo – che deve avvenire entro la fine dell’anno - dal 1° gennaio 2002 le Marche hanno la possibilità di avere una nuova legge di contabilità regionale. “Uno strumento di gestione delle risorse economiche – sottolinea Secchiaroli – che ridefinisce i collegamenti tra programmazione, bilancio e organizzazione. In definitiva, una chiara distinzione tra le scelte politiche, gli indirizzi amministrativi e la gestione delle risorse affidate all’autonomia dei centri di spesa. La riforma Bassanini, l’attribuzione di una fiscalità propria, anche se limitata, e l’elezione diretta del presidente della Giunta, hanno attribuito alla Regione una dimensione di effettivo governo e di maggiore responsabilità nel raggiungimento dei risultati programmatici. Questa esigenza presuppone la definizione di un nuovo bilancio”. La contabilità regionale, secondo la proposta di legge, si avvale di alcuni strumenti: il Documento di programmazione economica e finanziaria regionale (Dpefr), il Bilancio pluriennale, quello annuale, la Legge finanziaria, le leggi di spesa, il Programma operativo annuale (Poa). Alcuni di questi strumenti, già utilizzati dalla Regione (bilanci pluriennale e annuale, finanziaria e leggi di spesa), vengono meglio definiti e contestualizzati. Nuovi sono, invece, il Dpefr e il Poa, che sostituiranno il Piano pluriennale di attività e di spesa (Ppas). Il primo è uno strumento di raccordo tra la programmazione generale e quella di bilancio: in pratica indica concretamente le strategie perseguibili sulla base dei vincoli finanziari esistenti. Con il secondo, invece, la Giunta regionale definisce i programmi da attuare nell’anno di riferimento. Altra novità riguarda la struttura del bilancio, che prevede l’istituzione delle “Unità previsionali di base” (Upb). I capitoli di bilancio non vengono soppressi; continuano ad essere il cardine della spesa e della sua rendicontazione. Ma vengono ricompressi all’interno di aggregazioni omogenee (Upb), per facilitare la lettura del bilancio, diminuire la sua rigidità, agevolare gli spostamenti di risorse all’interno di settori di spesa omogenei. “Il bilancio per Upb – conclude Secchiaroli – consente una migliore rappresentazione contabile delle politiche regionali e, quindi, esalta il ruolo d’indirizzo e di controllo da parte del Consiglio nelle scelte politiche che andranno assunte”. La proposta di legge prevede che lo spostamento di risorse da un capitolo all’altro, all’interno della stessa Upb, venga disposto con un atto amministrativo della Giunta regionale.