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25/09/2001

D'AMBROSIO FA IL PUNTO A CINGOLI SULLA RICOSTRUZIONE DEL POST TERREMOTO

Regione, Parlamentari, Amministratori ed Ordini professionali hanno fatto il punto sullo stato della ricostruzione del post terremoto nel corso di un incontro che si è svolto nella sede del Comune di Cingoli. La riunione ha permesso anche di mettere a punto le richieste da avanzare a Governo e Parlamento per assicurare altre risorse finanziarie necessarie per proseguire nell’opera di rinascita e modificare ed integrare alcune norme della 61/98, la legge che ha regolato tutta l’attività di ricostruzione. L’iniziativa è stata promossa d’intesa tra il presidente della Giunta Vito D’Ambrosio e il sindaco di Cingoli, Leonardo Lippi, che è anche il presidente della Commissione Anci-terremoto. “A quattro anni dal sisma – ha affermato D’Ambrosio – è giusto gettare lo sguardo su quanto è stato fatto e sulla strada percorsa per fare il punto della situazione con l’obiettivo di tracciare la prossima rotta. Ce lo impone sia il tempo trascorso che la prossima Legge Finanziaria che il Governo sta predisponendo. Presentare ciò che è stato fatto è importante così come è altrettanto significativo comprendere la giustezza e l’efficacia della strada seguita. Il modo di lavorare ha dato buoni risultati perché vi è stata una equilibrata distribuzione delle competenze, che ha aiutato a decidere e a fare. La bontà di un modello non si può giudicare solo dall’impostazione teorica; esso deve reggere alla prova del funzionamento. Quello messo in piedi con la legge 61/98 si è dimostrato valido perché ha permesso di sciogliere molti nodi che si sono presentati quotidianamente lungo il nostro cammino. Lo schema su cui abbiamo lavorato è stato oggetto di affinamenti lungo il percorso. Si è puntato molto di più, ad esempio, sulle ordinanze che non sulle leggi, i fondi sono stati immediatamente disponibili e sono stati attribuiti e gestiti dai Comuni.” “Abbiamo applicato – ha continuato il presidente della Giunta – il principio di sussidiarietà ed il livello di governo più vicino al cittadino ha amministrato concretamente le risorse disponibili. La Regione non ha gestito nulla. C’è stato inoltre un sostanziale rispetto delle competenze di ciascun soggetto e comunque questo dato di fondo non ha certo impedito di lavorare insieme. Dal livello significativo del danno alle altre questioni più spinose vi è sempre stata perfetta intesa tra le due regioni colpite (Umbria e Marche) e i sindaci hanno deciso insieme con la Regione. Altro dato da non sottovalutare è il livello del controllo, molto elevato su tutte le operazioni; oggi possiamo affermare che grazie a questo lavoro preventivo e costante gli interventi dell’Autorità Giudiziaria sono stati molto limitati. Siamo riusciti a tenere insieme due momenti: quello del controllo con la necessaria fluidità delle risorse finanziarie.” “Alcuni errori e ripensamenti si sono verificati specie nei rapporti con i progettisti e con gli Ordini. I sinistrati hanno avuto libera scelta, com’era ovvio, ma questo ha comportato anche accaparramenti da parte di alcuni tecnici. Le riunioni con gli Ordini professionali sono state molte. Nel complesso un bilancio con luci ed ombre, ma i risultati sono positivi. I progettisti debbono coinvolgersi di più, così come è necessario governare meglio la disponibilità delle imprese di costruzione, inferiore alle necessità.” I DATI PIU’ SIGNIFICATIVI DEI LAVORI. D’Ambrosio è poi passato ad analizzare alcuni tra i dati più significativi dei lavori connessi alla complessa opera di ricostruzione. I progetti presentati sono risultati 8809, di cui 3609 per i danni lievi, 4514 per la cosiddetta ricostruzione pesante e 686 per gli edifici compresi nei piani di recupero. Complessivamente la percentuale degli approvati sui presentati si attesta sul 77%, pari a 6919 elaborati. Il 98% interessano i danni lievi, il 60% quella pesante, mentre l’82% si riferisce agli edifici ricompresi negli interventi unitari. I lavori iniziati riguardano 5577 progetti (il 63%) e i lavori finiti sono 3110, che rappresentano nel complesso la media ragguardevole del 35%. Un risultato ragguardevole e positivo se solo si aggiunge che la macchina della ricostruzione non è potuta partire subito e i fondi sono stati effettivamente disponibili dall’inizio del ’99. Da domani potrebbero partire mille cantieri, ma questo non sarà possibile per la mancata disponibilità delle imprese. La ricostruzione è stata veloce e corretta ed ora la nostra attenzione si sposterà sulla necessità di rilanciare lo sviluppo economico delle zone colpite dal sisma, perché i nuovi edifici o quelli recuperati non siano immersi in una realtà che non offre occasioni di occupazione. Un altro elemento di fondo che D’Ambrosio ha messo in rilievo è la sempre maggiore coincidenza tra i dati reali e quelli previsionali. La stima ufficiale del danno, infatti, è oggi di 8470 miliardi, ma si pensa che potrà scendere, alla fine, al di sotto degli ottomila miliardi di lire. Delle risorse disponibili, 4512 miliardi e 570 milioni di lire, ne sono stati impegnate 3030 ed effettivamente erogate, attraverso i Comuni, 1660 miliardi e 799 milioni di lire. Quanto alle scelte della ricostruzione abitativa, D’Ambrosio ha ribadito che si è puntato a mantenere l’identità del territorio, riedificando meglio di prima, dove esistevano gli edifici. Gran parte dei comuni montani colpiti fanno parte di quell’area costituita dall’Appennino Umbro-Marchigiano, un tessuto umano compatto, con una storia ed una tradizione uniche, che ne hanno fatto nei secoli un vero e proprio motore di socialità e di sviluppo economico equilibrato e rispettoso dei valori e dell’ambiente. Anche il fenomeno delle seconde case va inquadrato nel suo vero significato: una immigrazione di ritorno, e pertanto fattore che rafforza l’identità dell’intera area. D’Ambrosio ha voluto ribadire anche la stima per il prof. Barberi, al quale le regioni Marche ed Umbria danno atto di aver compiuto un lavoro eccellente. LE MODIFICHE ALLA LEGGE 61/98 E LE RICHIESTE PER LA LEGGE FINANZIARIA - Le Regioni Marche ed Umbria chiedono di inserire nella prossima Legge Finanziaria che, alla fine dello stato di emergenza, esse determinano, concordandoli, i criteri per la concessione, fino al termine della ricostruzione, dei contributi relativi all’autonoma sistemazione a seguito di ordinanza di sgombero, per l’effettuazione dei lavori e per la sistemazione delle attività produttive. Analoga procedura, dovrà essere seguita per i permessi dei sindaci e gli interventi finanziari a favore dei Comuni. - Altra richiesta riguarda la cessazione delle funzioni, alla fine dello stato di emergenza, dei Comitati tecnico-scientifici. - Per il personale assunto a tempo determinato si chiede che sia soppressa la disposizione che prevede un periodo massimo di tre anni. Il personale potrà così essere utilizzato per tutto il periodo necessario. - Per le ulteriori disponibilità finanziarie tra Marche e Umbria dovrà rispettarsi, nella ripartizione delle somme che saranno stanziate, le seguenti percentuali : 35% alla nostra regione e 65% all’Umbria. - Un’altra richiesta riguarda la possibilità di assegnare finanziamenti in conto interessi fino ad un ulteriore 20% del contributo concesso, necessario per i lavori sulla struttura e rifiniture connesse dell’edificio danneggiato. Un maggiore aiuto, in pratica, ai soggetti della ricostruzione. - Al fine di controllare con maggiore speditezza la regolarità dei cantieri e la sicurezza dei luoghi di lavoro, si chiede di obbligare le imprese costruttrici ad aprire presso le sedi INAIL e INPS competenti per territorio dove si svolgono i lavori posizioni previdenziali ed assicurative. - Un’ultima istanza è rivolta a favore dei giovani interessati al servizio militare o civile, che potranno – se sarà accolta la richiesta delle due regioni – continuare ad essere impiegati, per il triennio 2001-2003, come coadiutori del personale delle Amministrazioni dello Stato, delle regioni e degli enti locali territoriali per le esigenze connesse alla realizzazione degli interventi necessari a fronteggiare la crisi sismica iniziata il 26 settembre 1997. - Per terminare la ricostruzione le Marche hanno ancora bisogno di 3333 miliardi di lire. Nella prossima Finanziaria, naturalmente, non dovrà essere inserita tutta la somma. Sarebbero sufficienti 1000 miliardi con la possibilità di una proiezione triennale.