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31/07/2001

IL PATTO PER LO SVILUPPO VA RILANCIATO. D'AMBROSIO: "LE SCELTE RIMANGONO QUELLE CONCERTATE. INSIEME DOBBIAMO RIDIFINIRE IL PERCORSO"

Una assunzione comune di responsabilità: insomma non c’è chi sta da una parte del Tavolo e chi dall’altra perché, anche se ognuno ha il suo ruolo, la posta in gioco è tale da richiedere il massimo di collaborazione. E’ un po’ questo lo spirito con cui il presidente Vito D’Ambrosio ha aperto, ieri pomeriggio, la riunione del Patto per lo Sviluppo. Il Patto è infatti utile – ha detto – nella misura in cui vi è convergenza su obiettivi e programmi, da parte di tutti gli attori. E’ stato il secondo incontro dall’inizio della legislatura, preceduto comunque da altri momenti di approfondimento e confronto su problematiche specifiche: su welfare, infrastrutture, ambiente e sui temi del decentramento, delle attività produttive, del lavoro e formazione professionale. L’introduzione di D’Ambrosio è stata molto articolata e incentrata sul fatto che il percorso che “bisogna ridisegnare” non mette in discussione, né lo spirito, né gli obiettivi concertati alla fine della passata legislatura, ma certo “i modi e gli aggiornamenti” per raggiungerli. Non si può infatti non considerare che lo scenario è totalmente diverso, per una molteplicità di ragioni. Cambia la “macchina regionale” che, con la nuova legge, sceglie il modello compartimentale e stabilisce più chiaramente i ruoli tra chi governa e chi amministra. Cambia il “peso” stesso della Regione, diventa più leggero sotto il profilo delle competenze, ma più forte sul piano del coordinamento. Cambia il ruolo del bilancio regionale, che si “aggancia” in maniera più significativa alla programmazione e non sarà più uno strumento meramente tecnico. Entro il prossimo gennaio sarà approvata la nuova legge sulla contabilità. Va aggiornata la riflessione sul modello marchigiano che, se da una parte, continua a “rendere eccellenti servizi”, mette in luce alcune contraddizioni, legate ai processi di globalizzazione: il Pubblico non può non tenerne conto nel momento in cui deve definire quali risposte mettere in atto. Il nuovo governo andrà ad una riduzione delle risorse e sarà quindi necessaria la “razionalizzazione dei servizi”, o come D’Ambrosio ha preferito dire “un riequilibrio”, visto che la parola razionalizzazione può evocare “una riduzione del livello dei servizi”, che nessuno vuole. Il presidente ha comunque sottolineato che la manovra del DPEF non deve comportare un ritorno indietro sulla strada del federalismo, che “deve rimanere solidale.” Per tutte queste ragioni la concertazione è strategica: le priorità devono essere condivise, quindi occorre lavorare perchè queste vengano assunte coerentemente in tutte le scelte politiche e operative. C’è inoltre la necessità di definire una graduatoria degli obiettivi e dei progetti. Sono quattro le linee di intervento - “metaprogetti” - che l’amministrazione ha individuato: · valorizzazione delle aree interne, · ri-ordinamento del welfare regionale e politiche attive del lavoro, · ambiente, territorio e sviluppo economico eco-compatibile, · potenziamento delle infrastrutture. I rappresentanti istituzionali e delle forze economiche e sociali che sono intervenuti, dopo l’intervento del presidente, non hanno nascosto le preoccupazioni per la mole di lavoro e per le scelte che vanno fatte. Da parte di tutti l’impegno a far giungere il prima possibile “le osservazioni” al documento predisposto dalla giunta che, da una parte, elenca gli interventi già portati a termine dal Patto e, dall’altra, entra nello specifico delle proposte per il suo rilancio. (e.r.)