giovedì 28 ottobre 2021  12:04 

Quindicesima edizione del convegno internazionale di studi leopardiani promosso dal Cnsl presieduto da Fabio Corvatta e dedicato a “Leopardi e il paesaggio”. 

Luci ed ombre per stare alla relazione di apertura affidata all’applaudito Antonio Prete, prof dell’Ateneo di Siena: «La luce è gioco d’ombre della lontananza, la lingua interroga il visibile in una natura deformata e trasformata, quei monti azzurri il cui azzurro ha un qualcosa di fuggente, ma è il ritmo del proprio sentire, il sentire di chi coglie l’operosità del borgo con occhio fotografico, una poesia che è camera oscura della propria interiorità, il desiderio di Infinito». Platea catturata dalla relazione di Prete, platea formata anche da molti giovanissimi oltre agli studiosi internazionali che partecipano al convegno. Il presidente del Cnsl Fabio Corvatta nel suo intervento ha sottolineato l’impegno svolto in questi anni «per la diffusione nel mondo e la traduzione delle opere di Leopardi» oltre alla gratitudine per la vicinanza «del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro Dario Franceschini».

Debutto ufficiale per il discendente dei Leopardi, Gregorio Rufini Leopardi ha firmato un intervento tanto brillante quanto coinciso e profondo: «Giacomo facilita l’approccio di noi contemporanei. Leopardi non può essere compreso se non legato al suo paesaggio, a Recanati, in un rapporto tanto forte quanto contraddittorio. In famiglia il suo messaggio passa di generazione in generazione, mi fa piacere ricordare in questa sede mio nonno Vanni, l’obiettivo non è quello di cristallizzare il paesaggio, ma progredire in armonia con il paesaggio, educare al bello». Il sindaco di Recanati ha sottolineato l’azione di tutela del territorio del Comune relativamente al piano particolareggiato per il Colle dell’Infinito.

Concetti ribaditi dall’assessore Rita Soccio: «Da soli non si va da nessuna parte, la rete è importante, il brand è riconosciuto e ringrazio il Cnsl che è l’istituzione leopardiana più importante». Quattro giorni di convegno con un programma fittissimo e diffuso in streaming grazie alla collaborazione degli studenti del liceo classico Leopardi, info per l’accesso sul sito del centro nazionale di studi leopardiani. Debutto di grande potenza evocativa e continuazione in linea: alle parole del prof Prete sono seguite in mattinata quelle, parimenti di interesse, dei docenti Gilberto Lonardi, Perle Abbrugiati e Fabiano Dalla Bona, rispettivamente degli Atenei di Verona, Aix en Provence e Rio de Janeiro. Se la prima sessione è stata un illuminante gioco di chiari e di scuri, di luci ed ombre, nel pomeriggio il convegno è declinato sui colori del paesaggio leopardiano, immaginato e reale. Il sindaco Antonio Bravi ha anticipato i contenuti del piano particolareggiato che andrà a tutelare, a brevissimo termine il Colle dell’Infinito: «non tanto vincoli e divieti, quanto tutela, salvaguardia e valorizzazione del territorio che osservava Leopardi.

Operazione particolare quella di  incidere sulla campagna per cercare di tutelare la natura leopardiana, tutelare tenendo presente anche l’obiettivo di favorire il turismo e l’agricoltura biologica. E’ un risultato di grande livello quello che stiamo raggiungendo e del quale siamo particolarmente orgogliosi». Dal sindaco Bravi al presidente nazionale de Fai Andrea Carandini che ha firmato ed esposto una relazione sulla visione culturale dell’ambiente collegandola alla mission del Fai e ai luoghi leopardiani. «Il Fai - ha osservato il prof Carandini - a Recanati si sente a casa, oggi ancora di più con questo piano particolareggiato per il Colle dell’Infinito.

L’ambiente è un intreccio di natura e di storia, il paesaggio ha caratteristiche proprie, un concetti discreto e concreto, ciò a scuola non viene mai insegnato. Conoscere il paesaggio significa apprezzarne le caratteristiche nelle sue configurazioni reali ed immaginarie, il paesaggio è il risultato reale di un  luogo che ha contribuito a formare la nostra identità». Infine il presidente Carandini ha citato un passo dello Zibaldone per concludere che «Leopardi inaugura una riflessione durata due secoli, senza una rinascita del tutto il pianeta non si salverà». Dal presidente Carandini al vicepresidente vicario Marco Magnifico si scende nella gerarchia, ma restano alti i contenuti: «Quella di Recanati è la scommessa più ardita del Fai. Quando nel 2016 mi è stata segnalata l’emergenza legata al progetto dello scenografo che voleva realizzare sull’orto un labirinto di siepi, mi è andato il sangue alla testa ed ho risposto rilasciando un’intervista. L’Infinito è un luogo dello spirito, non una messinscena sia pure di un premio Oscar. Ricordo che l’ex sindaco Fiordomo mi rispose provocandomi ed io sono venuto a Recanati, accolto dalla cortesia di Fabio Corvatta. Avevamo un’idea e l’abbiamo messa in pratica investendo 1.5 milioni di euro in una struttura che non è nostra.

Ci siamo calati nello spirito con il quale nacque la poesia. L’Infinito? Nulla da vedere, ma solo da sentire nell’orto, non un giardino, e in silenzio. Siamo riusciti a centrare l’obiettivo? No, la sfida è ardua e lunga, c’è un crollo qualitativo della scuola e della proposta che finora è stata messa in scena, ma è una lotta che ci piace sostenere nel ricordo di un commovente discorso di Vanni Leopardi che mi piace ricordare. Ora ci sono altri tipi di minacce, come la discarica, ai luoghi leopardiani, minacce che vengono da istituzioni che non dovrebbero farne, mi riferisco alla Provincia di Macerata che a Recanati colloca 15 dei 70 siti reputati idonei. Infine un plauso al Comune di Recanati per il piano particolareggiato».

Dal Fai si passa allo scrittore Antonio Moresco che legge («parlo sempre a braccio, Recanati è l’unico luogo nel mondo dove leggo i miei interventi) una relazione sul “paesaggio che vive” partendo dalla riproduzione di un quadro di Van Gogh nel calendario appeso nella cucina di casa a Firenze: «il paesaggio stravolto di un campo di grano assalito dai corvi, il paesaggio partecipa al dolore del mondo. Ho pensato a Van Gogh e a Leopardi, distanti (uno spiantato e vagabondo, l’altro nobile e colto), ma con una radice comune, il modo di guardare al paesaggio, abbagliato, tragico, la bellezza vissuta come strazio, ci mostrano un mondo nella sua sostanza oltre l’apparenza. Il paesaggio di Leopardi partecipa al dolore che attraversa la vita, invade l’anima» e Moresco conclude citando il grido di Leopardi «dentro il paesaggio e contro il paesaggio, un grido che continua a propagarsi oggi attraverso l’intensità delle sue parole e del suo canto». Chiusura di giornata affidata all’architetto Carlo Brunelli, progettista incaricato dal Comune di Recanati per la redazione del piano particolareggiato del Colle dell’Infinito.