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venerdì 22 ottobre 2021  06:33 

“Ascoltare, fare propri e tradurre in risposte i suggerimenti dei territori per costruire il prossimo settennio di programmazione dei Fondi Europei.” Con queste parole il presidente della Regione Francesco Acquaroli ha introdotto le finalità dell’incontro di ascolto a Tolentino, il terzo sul territorio marchigiano dopo Jesi e Urbino promossi dalla Regione, per costruire insieme ai Comuni la nuova programmazione comunitaria 2021-2027, in una logica integrata e plurifondo con tutti gli strumenti che l’Europa mette a disposizione.

Presenti al Teatro Politeama, oltre all’assessore regionale al Bilancio, Guido Castelli, il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, il Segretario generale della giunta regionale, Mario Becchetti anche i rappresentanti delle categorie economiche, delle forze sociali e degli ordini professionali della Provincia di Macerata  e altri collegati da remoto. Insieme per confrontarsi sulle strategie di rilancio da adottare nel prossimo settennio 2021-2027, quando le Marche, come è noto,  potranno contare su 1 miliardo e 102 milioni di euro tra il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse), rispetto ai 625 milioni della precedente programmazione. A queste risorse andranno aggiunte quelle del Programma di sviluppo rurale (Psr), che fino al 2024 Resta agganciato sulla programmazione precedente e poi passerà alla competenza statale del Ministero dell’Agricoltura e quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): una quantità notevole di risorse, dunque, e quindi di opportunità per progettare la ripartenza delle Marche.

“La nostra Regione come noto sta per essere classificata da “regione in sviluppo” in “regione in transizione” – ha proseguito Acquaroli – l’obiettivo che dobbiamo porci è quello di invertire questa tendenza e riavviare il rilancio del nostro territorio regionale e dell’intero tessuto. Al di là della genesi di questa situazione, dobbiamo concentrarci sulla possibilità di dare risposte. Una di quelle che stiamo avviando è rappresentata dalla SVEM che farà da supporto e accompagnamento dei territori e dei Comuni e degli organismi istituzionali per accedere ai fondi europei e sfruttare le opportunità.  Vorrei segnalare in tal senso, per ciò che esula dai fondi europei, il progetto che abbiamo presentato al Ministro Gelmini sulle aree interne e la valorizzazione dei centri storici e su questo fronte c’è una buona notizia: il Governo pare intenzionato a prendere in concreta considerazione questo progetto. Quindi oltre al PNRR potremmo avere uno strumento in più . Ma la sfida – ha evidenziato Acquaroli – è affrontare gli svantaggi della nostra piccola dimensione alzando la qualità, dei servizi, delle strutture, dell’agricoltura che per noi resta settore determinante. C’è una sfida aggregata delle filiere virtuose che possono trainare lo sviluppo e dobbiamo puntare a fare squadra e a far dialogare i sistemi.  Altro nodo da affrontare è quello atavico del gap infrastrutturale che ci relega ad un isolamento. Con i fondi del PNRR riusciremo solo parzialmente ad affrontare alcuni nodi per avviare, ad esempio, i lavori per il proseguimento di alcuni tratti della Pedemontana, per i quali sono stati assegnati 100 milioni di euro dal Pnrr Sisma nelle scorse settimane. Anche nel settore delle politiche sociali sentiamo forte il dovere di stare vicino alle popolazioni più deboli, quelle che hanno subito doppie crisi come in questa provincia. Abbiamo davanti mesi molto impegnativi ma anche stimolanti per governare il futuro di questa nostra terra.”   

“ Siamo una regione in transizione – ha spiegato Castelli – cioè passibili di declassamento secondo le valutazioni europee a causa delle doppia recessione, delle crisi bancarie, del sisma e anche per questo vediamo accresciuti del 76% i fondi assegnati. La finalità di questi incontri itineranti è ascoltare i bisogni dei territori per poi cercare di dare risposte concrete. Sono cinque gli assi strategici decisi dalla UE su cui dovremo incardinare la progettazione e l’utilizzo delle risorse: i primi due L’Europa più intelligente, cioè quella dell’innovazione imprenditoriale a cui sarà assegnato il 40% dei fondi FESR; l’Europa più verde con tutto il sistema della sostenibilità ambientale con un 30% di fondi sono macroaree; quindi l’Europa più connessa; l’Europa più sociale con tutti gli interventi del FSE e la quinta misura che riguarda più direttamene i Comuni e le aree urbane: l’Europa più vicina ai cittadini.  Stiamo aspettando l’accordo di partenariato che dovrebbe essere definito a dicembre e poi tra gennaio e febbraio 2022 partiremo con il sistema di richiesta dei fondi.  Nel costruire la programmazione l’intento della Regione è quello di costruire un Fondo rotativo a sostegno della progettazione dei Comuni, anche i più piccoli e metteremo a disposizione anche 30 professionisti per l’assistenza tecnica. Quello che ci aspettiamo – ha concluso Castelli – è un’inversione di atteggiamento, cioè arrivare ad attingere al plafond delle risorse dopo aver idee chiare e progetti definiti, sulla base dei progetti, quindi, modulare la scelta dei finanziamenti e non il contrario.”     

Tra i settori della nuova programmazione europea, di maggiore interesse per i comuni, sono stati segnalati quelli degli investimenti per l’efficienza energetica, l’energia rinnovabile, l’adattamento ai cambiamenti climatici (riduzione del rischio idrogeologico e difesa della costa). Compatibili con le opportunità della Ue sono anche l’accesso e la gestione sostenibile dell’acqua, l’economia circolare (ciclo dei rifiuti), le infrastrutture verdi nelle aree urbane, la mobilità urbana sostenibile (come ciclovie e mobilità elettrica), lo sviluppo sociale ed economico, la cultura e il turismo. (ad’e)